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La consulenza indipendente e l’analfabetismo finanziario: dalla MiFID I alla MiFID II, l’occasione per cambiare le regole.

La MiFID I, una direttiva europea entrata in vigore in Italia nel 2007, aveva già fornito la base per le regole comuni riguardo la tutela degli investitori, l’attività dei mercati finanziari e la prestazione di servizi e attività di investimento da parte di istituti di credito e imprese di investimento. L’adozione della nuova direttiva, la cosiddetta MiFID II, entrerà in vigore entro gennaio 2018 con l’obiettivo di sviluppare un mercato unico dei servizi finanziari in Europa nel quale siano assicurate la trasparenza e la protezione degli investitori. Sono previste infatti varie disposizioni ispirate al dovere di agire nel miglior interesse del cliente, per garantire una corretta informazione agli investitori, nonché evitare potenziali conflitti di interesse tra le parti attraverso, innanzitutto, la redazione di un adeguato profilo del risparmiatore.

Murizio Bufi è il presidente di Anafs – l’associazione che tutela i consulenti finanziari, oltre a svolgere attività di rappresentanza, aggiornamento professionale e informazione – e prova a fare il punto della situazione perché la questione centrale sarà la scelta tra consulenza su base indipendente e non. “Noi, come rappresentanti dei consulenti finanziari, riteniamo di essere ben attrezzati. L’offerta dovrà esplicitarsi in una gamma sufficientemente ampia di prodotti e sarà richiesto un sistema adeguato di monitoraggio delle posizione e di reportistica”. “Non è chiaro”, continua Bufi, “se gli operatori di mercato propenderanno per la prestazione del servizio su base indipendente o meno”.

Un altro punto chiave è quello sull’educazione finanziaria alla quale è stato dedicato un intero capitolo del Decreto Salva Risparmio approvato dal Senato. L’intento è promuovere una strategia nazionale contro l’analfabetismo finanziario. “La carenza di una diffusa cultura finanziaria ha recato danni enormi a moltissimi risparmiatori. Se un consulente fa bene il suo lavoro deve, conseguentemente, fare educazione al suo cliente”, sottolinea Bufi.

Etica finanziaria si propone fin dalla fondazione come un consulente indipendente, senza conflitti d’interesse, nonché vuole promuovere una maggiore conoscenza finanziaria per aiutare chi investe in scelte consapevoli e adeguate. 

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